Anche se ormai si parla molto di “open space”, ovvero di spazi aperti, di un susseguirsi di stanze, è sempre necessario separare tra loro alcune parti. Le pareti divisorie sono elementi di arredo molto utili quando si hanno ambienti di lavoro molto grandi i cui spazi necessitano di essere ottimizzati e divisi. Le pareti divisorie all’interno di uffici, rappresentano la soluzione privilegiata da molti architetti e progettisti perché versatili e allo stesso tempo capaci di arredare e valorizzare gli spazi: sono adattabili e personalizzabili con colori, forme e materiali.
In un ufficio, le pareti divisorie presentano molti vantaggi: oltre a quello più ovvio, ossia la divisione degli spazi e quindi la creazione di diversi ambienti di lavoro, le pareti divisorie possono costituire anche un elemento d’arredo e decorativo, e in certi casi possono essere considerate come un’utile integrazione agli armadi, agli archivi e alle librerie.
Sul mercato è possibile trovare una grande quantità di pareti divisorie che rispondono alle più svariate esigenze; ve ne sono alcune che si presentano come accessori mobili che si possono spostare in qualsiasi occasione, mentre altre, quelle di cui parleremo, che sono delle pareti divisorie fisse e vengono installate come sostitutive di una muratura. Esistono diversi tipi di pareti divisorie e ognuna presenta delle caratteristiche e dei vantaggi specifici.
Le pareti divisorie per ufficio possono essere divise in tre macrocategorie: le pareti attrezzate, le pareti divisorie in vetro e le pareti divisorie strutturali. Le pareti divisorie possono essere scelte come alternativa temporanea, come architettura funzionale o semplicemente per ottimizzare gli spazi a propria disposizione. Basti pensare alla realizzazione di un ufficio in un ambiente preso in affitto o all’impossibilità di ristrutturare un immobile a causa delle pratiche burocratiche.
La reversibilità delle pareti divisorie permette di creare un ambiente senza necessariamente segnalare al catasto l’avvenuta ripartizione perché, trattandosi di un’opera non fissa, è sempre possibile rimuoverla senza modificare sostanzialmente la planimetria interna di un immobile.