Con il termine punzonatura si indica genericamente l’uso di imprimere sul metallo dei simboli, segni o forme. Anticamente, questa tecnica era usata soprattutto nell’ambito dell’arte orafa, per lavorare metalli preziosi che venivano poi trasformati in gioielli.
In ambito industriale, la punzonatura consiste nello stampaggio a freddo di certe forme, che viene eseguito per lo più da macchinari specifici. Praticamente è presente una forma base, detta matrice, che viene replicata in serie, e che, tramite un esercizio di notevole pressione, ritaglia una lastra o lamiera metallica ottenendo l’oggetto desiderato (ad esempio, coltelli). In questo ambito, la punzonatura oggi viene spesso sostituita da tagli eseguiti o con il getto d’acqua (acqua pressione) o con il laser, attraverso macchinari controllati da cervelli elettronici.
Da dove deriva il termine punzonatura?
Il termine punzonatura deriva dal latino “punctio” ovvero pungere. L’origine di questo termine sembra dipendere proprio dal fatto che il metallo, durante la sua lavorazione per fargli ottenere determinati segni o forme, veniva “punto” da uno strumento chiamato appunto “punzone” che imprimeva un taglio, una forma o un segno.
Come avviene la tecnica della punzonatura
La punzonatura crea una depressione o un foro nel metallo per mezzo di un punzone. Questa tecnica può essere usata a scopo decorativo, o, più semplicemente, per praticare un foro. Per esempio, per fare la testa di un martello il fabbro prenderà una barra di adeguata robustezza e spessore e vi praticherà il foro in cui inserire il manico. La punzonatura non si limita all’esecuzione di rilievi e fori, ma include anche il taglio, l’incisione e lo stiramento.
Tecnologie
Si usano macchine automatiche (punzonatrici) per tagliare e forare lamiere metalliche (alluminio o acciaio) di spessore fino a 25-30 mm. Con punzonatrici evolute a controllo numerico (CNC) si possono effettuare lavorazioni di taglio e sagomatura (roditura) anche molto complesse in modo veloce e sicuro.