All’interno di un’azienda la formazione e l’aggiornamento RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) costituiscono non solo un elemento importantissimo per garantire un ambiento di lavoro sano e sicuro ma un obbligo di legge da rispettare con attenzione se non si vuole incappare in pesanti sanzioni sia di natura pecuniaria che detentiva.
La necessità di provvedere all’aggiornamento RSPP nasce dalla sempre maggior attenzione riconosciuta alla sicurezza e la salubrità dei lavoratori nei luoghi in cui svolgono le loro mansioni.
Per questo negli ultimi vent’anni il legislatore ha adottato una serie di leggi volte a contrastare efficacemente gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
Un primo importante risultato è stato quello di obbligare le aziende a dotarsi di un Servizio di Prevenzione e Protezione definito dalla legge che lo istituisce come “insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori”.
Figura chiave per questo servizio è il responsabile che ha il compito di organizzare e coordinare gli interventi ed è, dunque, necessario che sia adeguatamente formato e sottoposto ad un periodico aggiornamento RSPP. La nomina spetta al datore di lavoro e potrà essere ricoperta o da una dipendente, o da un consulente esterno o dal datore di lavoro stesso nelle aziende con meno di 5 dipendenti o dopo la frequentazione di un corso di formazione.
Si tratta, infatti, di un ruolo piuttosto delicato che richiede un’adeguata preparazione: al fine di garantire questo risultato il legislatore ha previsto che per poter assumere l’incarico di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione sia necessario un corso di formazione della durata di un certo numero di ore che varia in base al fattore di rischio dell’attività dell’azienda.
Non meno importante è l’aggiornamento RSPP che deve essere eseguito periodicamente accumulando un tot quantitativo di tempo nell’arco di un quinquennio, tempo che viene rideterminato ogni cinque anni sulla base di un accordo Stato-Regioni.